di Fabiana Di Domenicantonio
La prima giornata passata sul campo a Roseto degli Abruzzi è stata dedicata alla esplorazione visuale, quindi i rilevatori sono scesi sul campo armati di macchine fotografiche, carta e penna, con lo scopo di fotografare ed annotare tutto ciò che potesse essere utile allo scopo della ricerca.
Una buona parte del tempo impiegato nella rilevazione è occupato da operazioni di annotazione di vario genere. La quantità delle note dipende dal tipo di indagine, dal metodo, dall’impiego di mezzi audio-visivi e forse in ancor di più dalla personalità e dall’esperienza del rilevatore.
Non c’è nulla di più personale delle annotazioni ma l’aspetto più importante è proprio quello di fare delle note oggetto di riflessione e di confronto, soprattutto in rilevazioni svolte da un gruppo come nel caso della ricerca su Roseto degli Abruzzi.
Anche se, come già detto, la nota è personale come anche le modalità di scrittura e di raccolta, ci sono due tipologie principali: 1) note brevi e provvisorie e 2) note estese e definitive. Le note brevi sono quelle che si annotano nel corso di una osservazione come anche di un’intervista, sono note rapide che non devono interferire in alcun modo sul divenire dell’evento, per questo saranno concetti, pezzi di frasi, riferimenti in codice che ad una rilettura successiva facciano ricordare al ricercatore le suggestioni del momento in cui le ha annotate.
Le note brevi, per l’imprevedibilità degli eventi, non potranno essere sistematiche ma ogni unità di rilevazione dovrà avere alcuni requisiti come ad esempio una numerazione, che si rende necessaria per la costituzione della catena sequenziale complessiva, in questo modo sarà più facile organizzare i dati della ricerca seguendo un ordine cronologico e sarà possibile fare rimandi e riferimenti fra tutti gli elementi dell’indagine. Al numero della nota si potranno raccordare tutti gli elementi che si riferiscono a quella specifica rilevazione come foto, video o registrazioni audio.
È molto importante aggiungere nelle note le informazioni sugli attori che si incontrano e con i quali si ha modo di interagire (età, occupazione, ruolo), riferimenti sul luogo in cui si registra l’evento come anche l’ora di inizio e fine.
Le note brevi sono da considerarsi delle “spie”, devono dare degli imput al ricercatore affinché nel momento della rilettura riesca a ricordare l’evento e poiché il loro potenziale decresce col passare del tempo è bene farne tempestivamente una rielaborazione. Per quanto riguarda i materiali da utilizzare sul campo, è consigliabile l’utilizzo di blocchi poco ingombranti. Anche per i materiali ciascun ricercatore, a seconda delle proprie attitudini ed esperienze, sceglierà quelli che gli sono più congeniali.
Le note estese e definitive sono quelle scritte a fine giornata o nelle pause tra una rilevazione e l’altra, ma, in ogni caso, con regolarità per tutta la durata della rilevazione. Sono una ricomposizione di ciò che le note brevi riescono a far ricordare e proprio per la labilità del ricordo è bene che la rielaborazione avvenga nel più breve tempo possibile.
Le note estese dovranno ripetere l’ordine della catena sequenziale utilizzata per le note brevi, dovrnno avere tutte le notizie di identificazione come luogo, ora, nomi, aggiungendo, inoltre, tutti gli elementi mancanti nelle note brevi e che il ricercatore riesce a ricordare.
La prima giornata passata sul campo a Roseto degli Abruzzi è stata dedicata alla esplorazione visuale, quindi i rilevatori sono scesi sul campo armati di macchine fotografiche, carta e penna, con lo scopo di fotografare ed annotare tutto ciò che potesse essere utile allo scopo della ricerca.
Una buona parte del tempo impiegato nella rilevazione è occupato da operazioni di annotazione di vario genere. La quantità delle note dipende dal tipo di indagine, dal metodo, dall’impiego di mezzi audio-visivi e forse in ancor di più dalla personalità e dall’esperienza del rilevatore.
Non c’è nulla di più personale delle annotazioni ma l’aspetto più importante è proprio quello di fare delle note oggetto di riflessione e di confronto, soprattutto in rilevazioni svolte da un gruppo come nel caso della ricerca su Roseto degli Abruzzi.
Anche se, come già detto, la nota è personale come anche le modalità di scrittura e di raccolta, ci sono due tipologie principali: 1) note brevi e provvisorie e 2) note estese e definitive. Le note brevi sono quelle che si annotano nel corso di una osservazione come anche di un’intervista, sono note rapide che non devono interferire in alcun modo sul divenire dell’evento, per questo saranno concetti, pezzi di frasi, riferimenti in codice che ad una rilettura successiva facciano ricordare al ricercatore le suggestioni del momento in cui le ha annotate.
Le note brevi, per l’imprevedibilità degli eventi, non potranno essere sistematiche ma ogni unità di rilevazione dovrà avere alcuni requisiti come ad esempio una numerazione, che si rende necessaria per la costituzione della catena sequenziale complessiva, in questo modo sarà più facile organizzare i dati della ricerca seguendo un ordine cronologico e sarà possibile fare rimandi e riferimenti fra tutti gli elementi dell’indagine. Al numero della nota si potranno raccordare tutti gli elementi che si riferiscono a quella specifica rilevazione come foto, video o registrazioni audio.
È molto importante aggiungere nelle note le informazioni sugli attori che si incontrano e con i quali si ha modo di interagire (età, occupazione, ruolo), riferimenti sul luogo in cui si registra l’evento come anche l’ora di inizio e fine.
Le note brevi sono da considerarsi delle “spie”, devono dare degli imput al ricercatore affinché nel momento della rilettura riesca a ricordare l’evento e poiché il loro potenziale decresce col passare del tempo è bene farne tempestivamente una rielaborazione. Per quanto riguarda i materiali da utilizzare sul campo, è consigliabile l’utilizzo di blocchi poco ingombranti. Anche per i materiali ciascun ricercatore, a seconda delle proprie attitudini ed esperienze, sceglierà quelli che gli sono più congeniali.
Le note estese e definitive sono quelle scritte a fine giornata o nelle pause tra una rilevazione e l’altra, ma, in ogni caso, con regolarità per tutta la durata della rilevazione. Sono una ricomposizione di ciò che le note brevi riescono a far ricordare e proprio per la labilità del ricordo è bene che la rielaborazione avvenga nel più breve tempo possibile.
Le note estese dovranno ripetere l’ordine della catena sequenziale utilizzata per le note brevi, dovrnno avere tutte le notizie di identificazione come luogo, ora, nomi, aggiungendo, inoltre, tutti gli elementi mancanti nelle note brevi e che il ricercatore riesce a ricordare.
Nessun commento:
Posta un commento